Google, il dipartimento di giustizia Usa fa causa al gigante hi-tech: “Monopolio illegale”

Washington contro la Silicon Valley per l’abuso di posizione dominante. All’azione legale hanno aderito 11 Stati americani. La società: “Profondamente sbagliata”

Si apre la guerra legale fra Washington e la Silicon Valley, con gli Stati Uniti che lanciano ufficialmente un’azione antitrust contro Google, accusata di abuso di posizione dominante. La mossa del Dipartimento di Giustizia rappresenta la più ampia azione antitrust degli ultimi decenni e il più grande procedimento giudiziario intentato dall’amministrazione Usa nei confronti di un gigante tecnologico negli ultimi decenni. All’azione contro il monopolio Google hanno aderito anche 11 Stati americani.

Il procedimento verrà depositato oggi, dopo che Repubblicani e Democratici insieme hanno chiesto di limitare lo strapotere delle aziende dominatrici del web. La notizia, anticipata dal Wsj e dal Nyt, è stata poi confermata da funzionari della Giustizia.

Il Dipartimento di Giustizia Usa contesta a Google la condotta anticoncorrenziale. Il Dipartimento sostiene che il gigante ha abusato del suo dominio online nella ricerca per ‘soffocare’ la concorrenza e danneggiare i consumatori, come spiega una fonte all’Associated Press. La causa segna l’atto più significativo del governo per proteggere la concorrenza dopo il caso contro Microsoft più di 20 anni fa.

L’azione delle autorità americane segue il rapporto del Congresso che ha accusato le big della Silicon Valley di monopolio e ha indicato la necessità di apportare modifiche, incluso un loro possibile spezzatino. Il Dipartimento sosterrà che il colosso di Mountain View avrebbe usato miliardi di dollari guadagnati attraverso le pubblicità sulla propria piattaforma per spingere i produttori di smartphone e browser come Safari di Apple a privilegiare Google come motore di ricerca predefinito. Il risultato è che Google ha una posizione dominante nella ricerca su centinaia di milioni di dispositivi Usa, con poche opportunità per qualsiasi concorrente di farsi avanti.

Google possiede o controlla i canali di distribuzione della ricerca che rappresentano circa l’80% delle query di ricerca negli Stati Uniti, hanno spiegato i funzionari. Ciò significa che i concorrenti di Google non possono ottenere un numero significativo di query di ricerca e costruire sistema adeguato a competere, lasciando i consumatori con meno scelta e gli inserzionisti con prezzi meno competitivi, sostiene la causa. Google in un primo momento non ha voluto commentare, spiega il Wall street Journal, ma ha affermato che il suo vantaggio competitivo deriva dall’offerta di un prodotto che miliardi di persone scelgono di usare ogni giorno. La società ha poi definito l’azione antitrust del Dipartimento di Giustizia “profondamente sbagliata”. E ha aggiunto: “La gente usa Google perché può scegliere di farlo, non perché è costretta o perché non trova alternative”.

Fonte: La Repubblica

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